Tutto quello che devi sapere sulla fatica
“Come fai a non sentire la fatica?” Diverse volte mi è stata posta questa domanda. La risposta è semplice, è la domanda ad essere sbagliata. Io sento e vivo la fatica fisica e mentale ogni giorno, proprio come tutti. Se credete che al mondo vi sia qualcuno immune alla fatica, state sopravvalutando il genere umano. Se qualcuno vi dice “non faccio fatica mai” sta mentendo sia a se stesso che agli altri. Ci sono però, diversi modi di viverla e di relazionarsi ad essa. C’è chi sceglie di lamentarsi e abbandona al primo sentore di fatica, e chi spinge ogni giorno un po’ più in là i propri limiti, nonostante la fatica.
La domanda che invece sarebbe giusto porsi è:
“come posso fare a cambiare il mio modo di vivere la fatica?”
Cosa è la fatica?
Sforzo materiale che si fa per compiere un lavoro o svolgere una qualsiasi attività, e di cui si sente il peso e poi la stanchezza (Treccani). La fatica determina una riduzione del rendimento sia fisico che delle capacità mentali, che va di pari passo con un costante desiderio di abbandono dell’attività che si sta svolgendo. A chi non è mai capitato? Magari durante un allenamento intenso, una gara, una corsa in bici, o anche semplicemente durante una giornata di lavoro molto stressante o ancora nelle relazioni interpersonali. Nella vita, anche se in modo differente, tutti ne facciamo esperienza.
La fatica è qualcosa di reale e concreto o qualcosa di mentale e soggettivo?
La fatica è entrambe le cose, esiste ed è reale, ma esiste anche una componente mentale che fa sì che la fatica venga anticipata e sopraggiunga prima. Il modo in cui la si percepisce è del tutto soggettivo, così come lo sono le conseguenze e i modi di reagire a questa sensazione. È un dato certo, come detto prima, la fatica mentale sopraggiunge prima di quella fisica. È quest’ultima che porta le persone a interrompere lo sforzo, anche se il corpo potrebbe continuare ancora.
“Non ce la faccio più. Quando finisce questa tortura? Mancano ancora due chilometri. È troppo per me. Sono stanca. Non ne sono in grado. Mi sono sopravvalutata”.
Queste sono solo alcune delle frasi che le persone tendono a ripetersi e che rendono più intensa la fatica, fino a renderla insopportabile. In quel momento, in realtà, il corpo avrebbe ancora un 35-40% di energia residua da impiegare per continuare il lavoro, ma fermarsi all’istante sembra l’unica alternativa valida per far star meglio la mente.
Come imparare a gestire la fatica?
Cosa c’è di diverso tra una persona che getta la spugna e quella che invece decide di continuare, nonostante sia connessa alla fatica costantemente?
Per rispondere a questa domanda è necessario introdurre due termini, usati in psicologia dello sport.
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La durezza mentale
è la combinazione di diverse abilità mentali che permettono di determinare una mentalità vincente. Queste abilità sono l’autostima sportiva, la motivazione, la gestione della tensione, la concentrazione e la capacità di recupero dell’errore. La presenza di queste abilità permette di trovare la motivazione per resistere alla fatica, avere un maggiore entusiasmo, non entrare in uno stato d’ansia quando sopraggiunge un obiettivo più difficile.
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La resilienza
la capacitа di resistere alle frustrazioni, allo stress ed alle difficoltà della vita fronteggiando efficacemente gli eventi critici e reagendo in modo positivo’ (Trabucchi, 2000). Una persona resiliente riesce a leggere la situazione di difficoltà come circoscritta al momento presente, a vedere i cambiamenti come un’opportunità di crescita e come qualcosa di positivo.
Queste due componenti possono essere allenate, non sono componenti fisse del carattere. È importante però, sapere come farlo. Le persone che tendono a mollare, hanno poco sviluppato queste due abilità.
Cambiare mentalità attraverso il pensiero positivo
Il pensiero positivo è uno degli alleati che permette di migliorare l’autostima e quindi accrescere la resilienza e migliorare le abilità mentali.
Cosa si intende per pensiero positivo? Il pensiero positivo è l’orientamento dei pensieri dalla classica forma negativa (non posso, non riesco, non sono capace) alla forma positiva (riesco, voglio, faccio, ci provo). Questo tipo di pensiero permette poi di cambiare anche le frasi che si pronunciano durante la propria vita e soprattutto durante uno sforzo intenso, quando sopraggiunge la fatica.
Questo strumento permette di cambiare il punto di vista da cui si guarda la realtà. Ciò che consideriamo coma una situazione negativa, in realtà, non lo è oggettivamente, ma in modo soggettivo visto dalla nostra posizione. Basta cambiare punto d’osservazione, uscire dal continuo giudizio di se stessi, per vedere le cose in modo migliore e sentire che anche la fatica si scioglie.
A questo punto puoi scegliere, restare nelle lamentele e sentire la fatica come qualcosa di insormontabile o provare a vedere ciò che realmente è. Un trampolino di lancio per diventare una persona più forte e resiliente.
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