New York è sempre una buona idea
In molti mi avete chiesto come mai, ho sentito l’esigenza e il desiderio di partire per questi 37 giorni oltre oceano. In qualche storia su Instagram ho provato a raccontarvi i motivi che ad Aprile mi hanno spinta a comprare un biglietto per New York, ma ho deciso di approfondire il tema con questo articolo.
Perché New York
Fin da piccola non ho mai avuto il desiderio di visitare l’America, quindi la scelta di superare l’oceano per trovarmi immersa nella grande mela non è stata la realizzazione di un sogno nel cassetto . A dire il vero, fino alla primavera scorsa, non avevo mai considerato gli USA come una possibile meta. Poi, qualcosa è cambiato.
Il motivo che mi ha portata a New York è molto semplice: volevo mettermi alla prova. Sapevo che questa esperienza sarebbe stata anche un percorso di crescita sia lavorativa, che personale. Oltre al desiderio di migliorare il mio inglese, ho scelto questa città perché qui lo yoga è di casa, inoltre, in ogni quartiere, a qualunque ora del giorno o della notte, qualcuno corre lungo le strade della città. Più di 100 scuole di yoga solo in Manhattan propongono classi ogni giorno e Central Park, così come Hudson River Park, sono gremiti di persone che corrono fin dalle prime ore del mattino.
Così, anche se non avevo mai pensato di viverci per 10 giorni, New York si è rivelata una città ricca di possibilità in linea con le mie esigenze e il mio stile di vita.
New York tra cibo e sport
Nell’immaginario comune l’America è quel posto da cui torni per forza con qualche chilo in più, infatti, il numero di fast food che offrono cibo low cost (and quality) è decisamente maggiore qui rispetto ad altri luoghi. Tuttavia per quanto riguarda New York il discorso è diverso. Qui l’offerta è talmente ampia e varia, da soddisfare ogni palato e filosofia alimentare. Si trova cibo sano ovunque, non solo nei ristornati, ma anche in negozi specializzati che vendono cold press juice freschi e acqua di cocco senza zucchero, nei supermercati e lungo le strade, ad esempio la 5 Av. Insomma, per chi desidera mantenere un’alimentazione sana e bilanciata, l’unica fatica sarà capire dove trovare l’offerta più conveniente. Infatti, digitando Healthy Food su google maps, la cartina di Manhattan si riempie di puntini rossi. Inoltre, non mancano i ristoranti gluten-free, vegetariani, vegani e crudisti. Se non vi sembra ancora abbastanza, sappiate che in ogni caffetteria è possibile richiedere un cappuccino, normale o iced, con latte vegetale, spezie e senza aggiunta di zuccheri.
Ma la cosa che davvero mi ha lasciata “incantata”, è vedere quante persone praticano attività fisica. In Italia accade spesso di vedere i parchi frequentati solo di gente “specialista” della corsa o del training; qui, invece, si incontrano neofiti, amatori, persone che desiderano mantenersi in salute, magari proprio per rimediare a scelte alimentari scorrette. Da quando sono arrivata, ho la sensazione che il concetto di “vita attiva” sia condiviso da quasi tutti gli americani. Le attività svolte sono tatissime: roller, skateboarding, corsa, bici, canoa, juggling, yoga, training, calistenics; e per quanto riguarda le modalità, il parco e le strutture attrezzate all’aperto sono predilette dalla maggior parte delle persone.
Inversion in Motion e Acroyoga
Quando si viaggia da soli, dopo l’euforia del primo giorno nella nuova città, può capitare di sentirsi smarriti e soli. Con queste sensazioni è iniziata la mia prima domenica mattina a New York, finché Instagram non mi ha regalato una notizia meravigliosa, che mi ha cambiato la giornata. Stavo passeggiando per Soho, quando scorrendo l’homepage di Instagram ho scoperto che una delle insegnanti di yoga che seguo da tempo avrebbe tenuto un workshop sulle handstand ( le verticali), proprio quel pomeriggio. Così, grazie all’app Mindbody, mi sono registrata al workshop di Adell Bridges, presso il centro Yoga Vida. In due ore di classe, abbiamo lavorato a fondo sulle handstand, imparando come gestire il peso del proprio corpo e come sintonizzare respiro e spinta delle mani a terra. Poi, per concludere abbiamo fatto una pratica di trenta minuti, strutturata con un’attenzione particolare alle verticali. Quel giorno sono uscita dal workshop con la sensazione che volare da sola a New Yorkfosse stata la scelta più giusta da fare.
L’acroyoga è di casa a New York. Prima di arrivare in America, guardando i video di acroyoga pensavo non sarei mai riuscita a fare certi movimenti con quella naturalezza e fluidità. Poi, l’incontro con Acroshirt (Ryan Stepka) mi ha fatto capire che tutto è possibile quando si tratta di muovere il corpo umano nello spazio. Ho avuto la fortuna di praticare due ore di acroyoga con lui, sotto il cielo di Washington Square Park. Durante il nostro primo incontro di quel pomeriggio, ho imparato le basi di questa pratica che può essere anche molto divertente e sono arrivata a fare i primi volteggi in aria (guarda il video qui). Inutile dire che è stata un’esperienza entusiasmante e stimolante, in quanto si tratta di una pratica molto consapevole, che desidero introdurre anche nelle mie classi in Italia quando tornerò.